Questo blog vuole essere un luogo di condivisione aperto a tutti coloro che guardano alla vita come luogo di incontro fatto di piccole e grandi emozioni, a chi ha capacità di commuoversi, gioire, soffrire, a chi si sente in cammino su percorso di crescita che porti ogni uomo e donna ad incontrare la vita.

lunedì 3 gennaio 2011




C
ORPO INDIVIDUALE
CORPO COLLETTIVO

“Se tu sei in me, allora tu sai quanto io sia speranzoso o spaventato, dubbioso, forte o vulnerabile. Tu sai quanto desidero profondamente essere visto, accolto.Se io sono in te allora io so della tua speranza, della tua paura, della tua forza, e della tua vulnerabilità. So che desideri essere amato così come sei.” Questo è quanto dice Janet Adler, DMT americana. La danza è elemento sociale, modalità di condivisione del vissuto ...collettivo ed individuale, elemento che arricchisce e forma la nostra cultura tra identità ed appartenenza. Nasciamo da una relazione, viviamo in un mondo di relazioni con gli altri fatta di codici non verbali, di gesti, suoni ritmi, fatta di corporeità. La dimensione creativa esprime l’essere vivi, il ritmo, genera movimento ed il corpo prende forma e prende forma la storia del corpo attraverso la danza.

Un percorso di crescita personale in gruppo per uno sviluppo psicocorporeo con tecniche di DanzaMovimentoTerapia e Danzare il Movimento relazionale-creativo al fine di poter accrescere, le proprie possibilità di trasformazione ed evoluzione.

Il corso è rivolto a chiunque abbia interesse, sia che si abbia esperienza di pratiche corporee sia ai principianti.

Fernando Battista, danzatore, coreografo, insegnante, DanzaMovimentoTerapeuta (Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia), Counselor espressivo C.N.C.P., docente scuole di formazione DMT-APID Trainer A.S.P.I.C., responsabile Corso DanceCounseling A.S.P.I.C.


























20 commenti:

  1. ...e con un soffio unire finito ed infinito, modificare il ritmo e diventare carne della nostra carne, guardo alla terra, al cielo, a ciò che ho davanti e alzo le braccia senza voltarmi indietro, spingere l’alto verso il basso e il basso verso l’alto, contornarti…la mia f orma è un quadro astratto che non riesco a decifrare, linee rette si alternano alle curve, luce che ha bisogno d’ombra e tempo... come un pane lievitato, di tutti quei movimenti impercettibili che mi passano accanto sapendo di arrivare sempre in tempo, la vita in una goccia di sudore o in fondo a un thè alle mandorle
    Camminare lentamente come nuvola per il cielo e ad occhi chiusi come indovini, lasciarsi trasportare da una musica antica, tradurre in forma immagini di mondi sconosciuti lasciandone una traccia per ritrovarmi altrove...scivolare come sabbia dal palmo stretto di una mano e diventare argilla sotto dita che sognano, mettere insieme frammenti sparsi di voci che non sento e ricomporne il senso…Abracadabra, dire di piu’ di ciò che ho udito, scoprire che l’anima non parla... sussurra... e un’illusione diventa speranza.

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  2. Arrivare un lunedì sera un pò confusa, incerta, insicura; chiedere aiuto e ricevere calore e disponibilità... e poi vivere nel corpo, in modo autentico e reale l'esperienza, che mi lascia una sensazione di ritrovata fiducia. Portarsi via una parola che durante la settimana continua ad alimentare la sensazione di potercela fare ... Grazie miei compagni di avventura! Paola

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  3. Lunedì arrivata con una grande impazienza d’iniziare questo ciclo, ma anche con mal di testa e un fisico un po’ acciaccato… dimenticare gli acciacchi nell’emozione della danza delle mani, il contatto… Sintonia e tenerezza. Camminare al passo dell’altro, ai passi e al ritmo dell’altro, degli altri. Ognuno diverso dall’altro. Veder danzare il risveglio, la vita, la coppia.
    Quando si dovevano cercare le altre mani con cui danzare per la prima volta non aver paura di non trovare altre mani, perché “a me nessuno mi vuole”, ma aver la serenità che cercando, magari un po’ più in là, un’altra mano si sarebbe trovata, e se anche non si fosse trovata sarebbe andato bene lo stesso, voleva dire che casualmente ci eravamo solo sistemati troppo distanti…
    Tornare a casa con un bagaglio ricchissimo: sintonia, tenerezza, sostegno, amicizia, intimità, abbraccio, bisogno di sostegno, di lasciarsi sostenere.

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  4. Nella delicata danza dei respiri trovare la potenza della Vita e il Mistero che ci unisce tutti.

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  5. Mi accoglie la musica.
    La musica mi pervade, mi invade, è parte di me...ne sento il vibrato,le note alte e quelle basse. La vivo orientandomi in tutte le direzioni.
    Come un onda sonora riempio gli spazi e vengo riempita da altre onde...mi poggio, mi stiro.
    Posso vibrare e far vibrare.
    Eccomi a terra, sostenuta ad una gamba.
    Sono un rampicante, ho bisogno di superficie per vivere, ho bisogno di contatto, di dare cura...ma c'è chi la rifiuta.
    Allora bisogna lasciare spazio all'altro, accettando di rinunciare, di correre il rischio di rimanere soli...e anche di morire.
    Un rampicante, come un essere umano, senza poter dare e ricevere rischia di seccare, tenta di rinascere sotto un'altra forma...ed ecco arrivare l'aiuto che sperava; il contatto con una nuova gamba alla quale aggrapparsi.
    La gioia inaspettata del ricevere per poter di nuovo dare in modo nuovo.

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  6. arrivare stanco dopo aver pensato anche di rinunciare e andar via pieno di energia. Energia regalata dagli altri che mi concede spazi di crescita senza limiti. Si può fare...

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  7. PRESENZA è la parola portata a casa, ma poteva essere CONTATTO: ero indecisa fino all’ultimo su quale dire e poi… PRESENZA mi è stato detto a un certo punto, ma io spesso fatico a stare nel momento, la mente corre a quello che devo fare, dire dopo…
    Emozione del CONTATTO, del ticchettio che mi faceva suonare, muovere nella musica.
    Corpo=energia musicale che lo percorre
    Corpo che prende vita da dentro, ma anche dal CONTATTO con l’altro.
    Emozionante, piacevole lasciarsi andare al tocco del “suonatore”, abbandonarsi al suo tichettio per vivere la musica.
    Corpo che si sentiva per la prima volta flessuoso e sensuale nel ruolo di strumento solitario, ma che non sapeva perdere l’equilibrio, non capiva come fare a lasciare il peso…
    L’emozione intima della danza a tre. Sentirsi madre nella forma – strano per me che mi sento ancora molto figlia nonostante l’età – col compito di unire gli altri due elementi – coppia e figlia – in una danza che dal risveglio della vita ha portato alla danza della vita, tra mani braccia (alla Matisse) per poi unirsi in un abbraccio pieno di emozioni profonde, fuori dal contingente.
    L’emozione di Marianna, la premurosa dolcezza di Tiziana. L’emozione dell’apertura di Andrea prima nella restituzione a due, poi in quella di tutto il gruppo, ora nel blog: SI PUÒ FARE!!

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  8. Movimento, Immagine, Parola si fanno stimoli, nel gesto silenzioso della mano che prova a rispondere a domande mute, di chi vuole che qualcuno racconti una storia.
    Ognuno racconta la sua storia, sempre, continuamente. Mi piace pensare che chi ascolta e vede abbia una storia simile alla mia da raccontare ed anche chi è fermo e muto, trovi nel suono di un gesto la storia dell’uomo.
    Dal nostro ultimo incontro mi sono portata dentro il “ Cuore”, il cuore che mi spinge verso scelte ed anche quando tento di ignoralo ci pensa il Corpo a ricordarmi che c’è...il corpo con la sua memoria...allora basta assumere una posizione...dire una parola e ti ritrovi in un altro spazio, in un altro tempo ed anche in questo spazio e in questo tempo sei qui e allo stesso tempo sei anche altrove... scopri che il cuore è legato alle tue Radici...alle serate passate con tua cugina, alla grande e vecchia casa della prozia che vi obbligava a recitare tutto il rosario in dialetto e come sottofondo dal televisore le immagini di una telenovelas brasiliana e pensi che se fossi stata sola ti saresti tagliata le vene dalla noia ma il fatto di essere lì con un altro essere come te rendeva tutto una festa, anche ripetere parole di cui non capivi il senso e il cui suono ti avrebbe fatto addormentare senza un motivo per rimanere sveglia...aspettare che la zia andasse a dormire per trascinare i materassi sulla terrazza e dormire là guardando sullo sfondo d’aria il cono nero e minaccioso che affondava nel centro rovente di una terra fluida le sue radici e allora bastava chiamarsi per nome: “Tiziana?”
    “Si?”
    “sei sveglia?”
    “se ti rispondo vuol dire che sono sveglia”
    per cominciare a ridere e dar vita a un dialogo che durava tutta la notte, parlando di niente perché tanto si era detto tutto prima, nel chiamarsi per nome... che voleva dire io ci sono e so che anche tu ci sei e sei con me e tutto è perfetto così com’è, la consapevolezza di essere felici nata dalla complicità, quella spontanea e immediata, quando tutto è gioco, quando bastava guardarsi negli occhi per capirsi, quando ridi per niente e sei felice di tutto. Ringrazio Chiara e Marianna per avermi fatto ritrovare quei momenti e rivivere quella complicità, ringrazio il mio Corpo, ringrazio il mio Cuore e ringrazio le mie Radici.

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  9. ...entrare nella sala equivale a farlo in una spa, dove mi attende un piacevole percorso di allentamento della tensione. E' un percorso emozionale che è difficile da assaporare completamente, bisognerebbe essere un sommelier del proprio corpo e gustare ogni vibrazione. Io sono nella fare in cui tutti i vini sono buoni...Sto crescendo però e mi da soddisfazione percepire la mia capacità di andare oltre, di ricordare, di associare movimenti a giochi di infanzia fatti di movenze che neppure ricordavo. Consapevole che la passione da sapore alle cose, provo a metterla in gioco comunque, facendola scontrare con l'imbarazzo del contatto che uomo donna crea spontaneamente. Con il risultato che quando questa vince, riesco a distaccarmi. Distaccarmi dagli stratagemmi di pensare di stare in acqua, unico modo di evasione...per ora.
    ..si può fare!!!

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  10. Che emozione mi da leggerVI dopo avervi SENTITO danzare...è come se qui tutto venisse contenuto e fermato per essere ricontattato. Meraviglioso

    Io porto con me ancora il respiro dell'anima che ho toccato con mano qualche incontro fa con Tiziana.. lo incontro ancora nella mia vita quotidiana, si affaccia nelle mie letture, a volte arriva al mio orecchio attraverso altrui racconti...è un miracolo che continua, è la vita che respira!
    Monica

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  11. non c'è bisogno di grandi movimenti per scuotere l'anima... a volte basta un soffio di vento per farti alzare il viso e viaggiare lontano. La musica come l'arte sono un carburante naturale per scuotersi. Cambiare ritmo, cambiare la prospettiva, cambiare insieme alle cose che ci circondano. Accettare il cambiamento, questa è una sfida che può deprimere come affascinare.

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  12. E' davvero emozionante leggervi, condividere e vivere con voi tutte queste emozioni.

    ''Cambiare prospettiva'', e gia'.
    Le parole di lunedi di Andrea:
    ''Come cambia un luogo se raggiunto da terra o da mare''
    mi hanno riportato ad un gesto che solitamente compio senza accorgermene
    quando lavoro tanto tempo, da tanto tempo, su una tela, su un oggetto.
    Una volta terminato il lavoro non riesco piu' a VEDERLO, sentirlo, percepirlo,
    troppo il tempo che e' stato sotto i miei occhi, tra le mie mani,
    cosi' lo pongo difronte allo specchio e da li lo ammiro:
    cambiando prospettiva le percezioni si aprono: tutto e' attivo.

    ''Accettare il cambiamento''
    Se le note di Ludovico Einaudi questa volta non mi hanno allontanato,
    da me, da voi: da NOI, allora un forte cambiamento in atto c'e'.
    Le ho ben riconosciute, ho sorriso nel riconoscere le prime note,
    sorriso per difendermi, ma sono rimasta, non mi sono allontanata
    da NOI. Da qui capisco piu' nel profondo una delle parole portate a casa:
    APPARTENENZA.
    Sento di essere una di voi...una di NOI, sento di ESSERE e pertanto: MI APPARTENGO.

    Tempo fa lessi quanto segue:
    ''Quando pianifichi per un anno semina chicchi di grano,
    quando pianifichi per un decennio pianta alberi,
    quando pianifichi per la vita alleva ed educa uomini”

    Portai queste parole cosi' profondamente nel cuore al punto da ferirmi.
    Ora la leggerezza che ritrovo con voi,
    mi porta a NON pianificare: cerco di ascoltare e seguire il qui ed ora.
    GRAZIE,
    Tizi (Bee)

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  13. Essere o non essere...
    STARE o NON STARE....
    questa è la parola che ho portato con me dalla scorsa volta.
    Una parola così corta, ma che se la faccio mia può permettermi di vivere creativamente facendo della mia vita stessa un opera d'arte.
    Posso scegliere di STARE a testa in giù, in punta di piedi, seduta, in piedi, in bilico su un filo, danzando o saltando nel vuoto con l'elastico.
    Tutto può cambiare, tutto può essere cambiato, e sono io a poterlo fare.
    In questi giorni STARE ha significato cambiare posizione/punto di vista in una situazione scomoda...così facendo ho dato, a chi aveva contribuito a crearla e a me stessa, una possibilità...e la storia si è evoluta in meglio!!!
    Non sempre succede...ma questo non lo posso sapere finchè non lascio spazio all'eventualità.
    STARE è anche significato concedermi del tempo per sperimentare qualcosa che desideravo fare...accettando il rischio di sbagliare.
    Esistono infiniti modi di stare in uno stesso posto o in una stessa situazione, anche rischiando di non incontrare il consenso di qualcuno... magari può diventare un opportunità per creare insieme qualcosa di nuovo e di originale.

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  14. un tizio di piccole dimensioni, giorni fa, mi diceva di aver paura del buio. Gli ho risposto pure io ne ho ma ce la faremo :-), le cose cambiano e quando saremo grandi non ne avremo più...e con un sorriso si è acceso tutto....

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  15. Quando la musica si ferma qualcosa succede...succede che tutta l’energia è come sospesa, succede che qualcosa di impalpabile si affaccia...è lo slancio prima del salto, l’arrestarsi di qualcosa che continua a propagarsi, quell’attimo in cui tutto è sospeso e tu sei un equilibrista sull’orlo di te stesso, sono spostamenti d’aria di un serpente che si mangia la coda , sono statue in movimento... è la costruzione di una forma che si aggrega e poi disgrega... è il trasformarsi in qualcos’altro e tu non sai cosa... ma non sei sola, anche quando pensi di esserlo c’è sempre qualcuno che ti guarda... è l’unione che fa la forza, tribu’ che dialogano... è la mia ultima sfida da portare al mondo con coraggio..una candela al vento, luce nel corpo è l’essere pronti ad aprire il cuore a qualcosa di nuovo..un ultima forma e poi la bellezza di stare con se stessi..sono le vostre parole: Calore Abbraccio Farfalla Intreccio Fiducia Regalare Fremito Comunità Condivisione Gratitudine Respiro Confine Parole Libertà Contatto Movimento Sensuale Ricerca Delicatezza Passaggio Conflitto Antico Forza Senza Parole Dialogo Trasformazioni Ingredienti Relazioni Bisogno Lasciare Osare Possibilità Volare Forza Divenire Luce.
    Ci sono giorni come questo che sussurrano la vita e sono le frasi cancellate a destare la mia attenzione, le leggo in controluce, le sento nei silenzi e le riporto alla vita. Ci vorrebbe un alito di sogno, qualcosa che mi faccia sentire oltre il mio sentire, che mi faccia vedere quei gesti pensati e trattenuti, che mi faccia ascoltare parole cercate e mai dette e asciugare lacrime mai scese perché non cerco una cura per le mie ferite ma solo qualcuno che abbia ferite simili alle mie.
    Grazie di cuore a tutti voi.
    Tiziana

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  16. …. leggervi mi aiuta a capire quello che ancora non mi spiego. Basta una parola per dar voce all’emozione del momento che urlava ma con una mano davanti alla bocca. Invidio la capacità di Donatella che in modo disarmante descrive le proprie emozioni con un’immediata lucidità e con una profondità che mi lascia di sasso. A confronto mi sembra di parlare della pizza bianca con la mortadella, poi non sarà così ma so che ci sarà un momento anche per me. Non è un obiettivo, non voglio raggiungerla, mi piace il percorso che sto facendo e mi prendo l’aiuto a piccole dosi, senza correre. Sto rallentando, sto smettendo di correre e sto assaporando tutto quello che mi circonda, tutto quello che non ho visto. Sto tornando in una dimensione fatta per me.
    Questi ultimi incontri hanno parlato in una lingua più comprensibile e ho assaporato la mia evoluzione, ho capito anche i concetti di Donatella  e ho prodotto una musica o preso una forma che mi è piaciuta. Devo dire che sono riuscito ad interpretare meglio l’esperienza nel momento in cui ho condiviso questa con qualcuno e lentamente prendendo sempre più energia (neppure l’avessi dovuta pagare prima ). Ho capito che posso utilizzare la passione senza dovermi giustificare e che questa cambia il colore ai rapporti. Dare e ricevere significa mettersi in condizione di farlo e farlo senza passione equivale a non farlo….ho trovato una corda molto forte…..

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  17. Mi muovo, cammino, corro, ballo, nuoto, mosso da un’energia che è infinita, sempre fusa, mescolata ad un’emozione che si nasconde, non sempre chiara e definita ma c’è sempre. A volte la scopro dopo ma al momento giusto, se ci metto troppo, mi prende per il bavero e mi dice… Ehi! Ma dormi? Guardami! Sono frutto di quello che fai!!! Le sorrido e riconosco che l’ho voluta io e che facevo finta di averla dimenticata o che non si accorgesse di me!!!! Abbasso gli occhi per guardarla e vedo la forza che ha, così minuta e così forte…infatti non le servono i muscoli è invincibile comunque! …ho chiesto Forza, poi mi chiedo se ha scelto male….diavolo And sei quasi l’ultimo!!! Avevi tutto il giro!!!!... lo so ma indecisi si nasce… ma io lo so quello che voglio e so che la forza non è altro che necessità di forzadeterminazionepassione=emozione e siamo sempre li!!!! È come l’acqua! Devo bere!!!

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  18. Mi porto via il sovvertimento dei punti di vista...
    mi porto via uno spazio vuoto impregnato di vita...
    TUTTO E' POSSIBILE
    Ai tempi dell'accademia, quando mi capitava di progettare scenografie per opere o balletti, mi aveva appassionato l'assonanza che avevano tra di loro musica e colore/pittura, due linguaggi così diversi ma simili nelle sensazioni che sapevano generare...
    Adesso che in me si è liberata anche la possibilità del movimento come espressione ulteriore è come se si fosse aperta una porta...la porta dei sensi dalla quale riescono entrare le piccole cose, la bellezza delle relazioni...e tutto questo posso finalmente assaporarlo a fondo.
    Mi stupisco di quanta poca attenzione posso dare al corpo, e di quanto possa essere fondamentale concepirmi tutta intera per vivere in pienezza tutto ciò che la vita mi offre.

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  19. Che bello leggervi!! se penso alle prime volte di andrea che non mollava i suoi jeans e al fiume di parole di ora... che cambiamento! le sensazioni di leggerezza profonda della danza mi stanno accompagnando... così come la voglia di cambiare, ma anche la paura, convivono insieme... sentire il proprio corpo leggero, libero, flessuoso nella danza: da tronco d'albero si è pian piano trasformato in chioma che si muove al ritmo del canto del vento...
    tornando a casa in autobus lunedì stavo quasi per commuovermi: pensavo a me bambina, a me bambina che devo lasciare uscire con la sua voglia di coccole, di gioco... con il suo bisogno di sostegno... per una volta non essere lei a sostenere e farsi carico di amici, colleghi, doveri... sarà per quello che lunedì nella forma cercavo il contatto, di stare al centro a farmi proteggere da un abbraccio colletivo?

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