Questo blog vuole essere un luogo di condivisione aperto a tutti coloro che guardano alla vita come luogo di incontro fatto di piccole e grandi emozioni, a chi ha capacità di commuoversi, gioire, soffrire, a chi si sente in cammino su percorso di crescita che porti ogni uomo e donna ad incontrare la vita.

domenica 28 febbraio 2010

Corpo a Corpo


I ritmi della coppia, una relazione a due dove poter incontrare simbolicamente figure diverse, dal partner alla madre, al padre, amico, fratello, sorella….come attraversare il ciclo vitale della coppia dalla sua fase di incontro alla dialettica di individuazione-appartenenza.
La coppia è un punto di incontro tra culture, un luogo in cui le personalità dei partner si relazionano, si scontrano, si modificano, si trasformano. Si rompono regole, si creano regole, si vive il rifiuto o l’accoglienza, la convivenza o la separazione.
Un laboratorio aperto a chiunque voglia esplorare dinamiche duali all’interno del gruppo e dove si può anche partecipare in coppia con il proprio partner.

23 commenti:

  1. Vorrei ringraziare tutti quanti per lo slendido incontro...mi ha davvero scaldato il cuore ... Avere l'occasione di sentirmi a pieno ritmo nella coppia mi consente di costruire un esperienza a far emergere maggiore consapevolezza riguardo il mio relazionarmi.
    Ho provato profonda GIOIA nel trovare e perdere nel riconoscere un aspetto latente del mio cuore il tutto in un armonia che sorride sempre serena.
    GRAZIE

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  2. gli ampi movimenti ora quasi impercettibili, lentezza e velocità allo specchio, ferma la tua corsa, mi sento chiamato, convocato all'umanità adesso, una parte fugge, poi ritorna, si ferma , cammina, respiro, due finestre mi guardano, spalanco le mie, oddio forse troppo? lievi sorrisi, rigido fluisco, danzo.
    Giuseppe B.

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  3. Luca e Giuseppe, due uomini che lasciano una testimonianza...ritratti di due modi di danzare, di vivere la coppia, l'incontro con lo specchio lascia tracce, chiama, sorride, lascia gioia, armonia, fugge...grande coraggio...

    Buona danza.

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  4. Dalla pulsione ritmica del punto – embrione, in sincronia con quella del grembo materno, inizia la danza della vita, come progressivo plasmarsi del corpo al tocco delle vibrazioni emotive e sonore di un altro corpo, che in – segna, trascrivendo sulla pelle, le modalità della comunicazione più profonda, quella emo – tonica, in cui le emozioni prendono forma attraverso il tono muscolare. La comunicazione silenziosa e profonda che "lega" due o più corpi è fondamentale nella Riconoscenza del proprio Essere nella Vita! Buona Vita a Tutti!
    Grazia

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  5. due occhi che si cercano... che si trovano? che non trovano il corrispettivo... che vagano nella folla alla ricerca del compagno/a... occhi che hanno paura d'incontrare l'altro... ma che quando l'incontrano è una gioia infinita lasciarsi andare all'incontro... grazie ancora per l'emozioni dell'incontro che è risuonato e rivissuto in me in questi giorni chiara

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  6. Grazia e Chiara....la nascita e l'incontro, due momenti importanti della vita che si ripetono ogni volta che entriamo in contatto con qualcuno, ogni volta che un'emozione generata da quell'incontro si rivela, ogni volta che gli diamo vita....

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  7. La scelta
    Ecco, un cambiamento vero, una forza nuova, io che non scelgo mai, questa volta, questa sera, questo giro, ho scelto, ed è gioco e seduzione seguire questi occhi neri, questo sguardo magico e lucente, che si porta dietro promesse e storie antiche e dimenticate, che ancora ti appartengono, e quando lei si gira con le braccia alzate, lo sa che ci sono e la sto guardando, ed io so che non mi ha dimenticato, anche se sta fuggendo, verso se stessa e oltre e vicine e lontane mai ci abbandoniamo veramente e salutarla è un brillare di cieli stellati nel deserto e una musica senza parole.

    L’abbandono
    lei arriva leggera ed è un gioco infantile e veloce seguirsi nella folla, così innocente che non posso arrabbiarmi per il suo tradimento, ma solo sentirmi tradita.

    Il caso e la necessità
    È trovare te, che più mi sei vicina, alla mia storia e al mio cuore, e non lo so come sono arrivata a te, o tu a me, ma ci seguiamo con grande cura e sempre ti vedo e non mi manchi, ma sei lieve, e a un tratto siamo così vicine che spingiamo per allontanarci, ma il mondo spinge per tenerci vicine, sorpresa…

    E qui Fernando, come fai a fermare tutto qui, che sono con la persona a me più cara, e stavamo per salutarci e andar via, e per fortuna hai fermato il tempo.

    La danza del serpente
    Danzarti intorno è onorarti, la presenza di te e l’amore e il bisogno, e tutto conoscere e desiderare e cercare e annusare, e sgusciarti intorno come serpente, intorno a un totem di rovi e speranze aggrovigliate, e a prima ero troppo lontana, come ho fatto a perdermi? Ma a te ritorno e danzo, cercando l’acqua ai tuoi piedi, essendo acqua e calore nelle tue più profonde radici, e da lì, nel movimento, affacciarmi e guardarti, e tu non mi vedi, sei foresta e sole.

    Tu danzi con leggerezza, esplorando con attenzione e cura tutti gli spazi.

    (1...)

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  8. (2...)

    Lo specchio.

    Io sono io
    Tu sei tu
    Io sono te

    Incontrarti e fermarsi è attenzione e rispetto e sapere che non poteva che essere così, che avrei incontrato te fra tutti, e guardarti un po’ scoperta e un po’ no, e chiedersi anche perché, e aspettare tranquilla cosa succederà.
    Essere te è fiducia cieca e seguirti come uno specchio appena appena più lento, in tutti i tuoi coraggi di smorfie e orrore e perversione e grottesco e provocazione, che mi sono sentita il riflesso di te, e poi una morbidezza nuova e sensuale, che si accarezza il volto e il cuore, e quell’espressione di terra e sofferenza, di cose che non ti appartengono, e poi la gentilezza di sempre che sopravviene nella danza più delicata che si possa toccare, il tuo mondo sottile e fluido cuore mio, così privato e fragile, costellazione di infinite stelle. E tu sei il centro.
    Essere me è troppo difficile a volte, che devo chiudere gli occhi a tratti, e poi riaprili in uno specchio che faccio fatica a guardare, e non sono coraggiosa, non sperimento smorfie e gesti nuovi, dopo ho visto le linee, dopo mi sono accorta che non ti ho mai dato le spalle, né mi sono girata, né ho spostato i piedi o quasi, anche se ora sono alla tua destra e ora alla tua sinistra, ora mi muovo piano, pianissimo, ora sono veloce, e tu guizzi veloce con me, e mai sei in ritardo, e le mani sono insieme e prigioniere voglio che tu le senta e poi senti l’acqua tutta l’acqua, la potenza di questo fiume che corre e la danza che si porta dentro, liquida come la vita, come la passione, come la morte, se prendi tutto di me, tutto ha un senso, e possiamo lasciarlo al mondo poi, e tenerci solo la bellezza di adesso, di questa energia potente e rotonda che ci avvolge, e come è possibile che poi, dopo aver chiuso gli occhi e danzato, ognuno nel suo mondo, com’è possibile che poi ci troviamo lì, quasi nella stessa posizione, specchio l’una dell’altra, ad abbracciare il cielo e quello che siamo, ho visto lampi di incertezza e attesa, ho sentito una grande pienezza e armonia e gratitudine, di trovarti lì con me, di sapere che c’eri, nel flusso dei giorni, eppure c’era altro, un lampo di smarrimento, uno sprofondare del cuore, nel sorriso che avevi, di paura lontana e conosciuta, ero troppo forse, dimmi era troppo? Te lo chiederò stavolta, perché ho la sensazione di cose rimaste non dette.

    (2...)

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  9. (3...)

    Gesti
    Gesti che vengono
    Il primo gesto viene dopo le parole, ed io che non so prendere, che nella danza del cuore di Oxum, non so prendere, ecco che prendo a me, prendo e porto a me, piccolo, verso il cuore, e restano gesti, altri, schiocchi tamburi battiti del cuore, e cerchi grandi e spirali punti interrogativi, un mondo di gesti silenziosi, e di fronte a me le mani di due occhi grandi che creano dal nulla e ti donano qualcosa, una fiamma una scintilla una magia, il nulla, uahuà, ecco i suoni, non li ricordo lo provo, daa, daaa, in rumeno significa ‘sì’, e ti accoglie al telefono e accenna e acconsente, daa, vieni, dammi, ‘dammi il tuo amore non chiedermi niente…’ guarda che canzone mi è venuta in mente…
    Gesti che vanno
    L’ultimo gesto è ampio e sembra un mulino, che raccoglie dalla terra e attraversa il cielo e arriva a me, a nutrirmi la vita e il cuore, l’ultimo gesto è rotondo e grande e potente come l’onda di Hokusai quando sale e sta per srotolarsi, ma l’onda non cade di flutti e scrosci, l’onda tonfa arrotonda prende il respiro e il nutrimento dalle radici, dai piedi, dal cerchio che si svolge e ondeggia e risale e sale e respira e sale e poi avvolge il mondo in un abbraccio caldo e tutto porta a sé frusciando come la risacca all’imbrunire.

    L’onda
    L’ultimo gesto era slegato ma poi si lega e fluisce, prende un tempo e una direzione e un senso, ed io non lo vedo più e non lo riconosco e lo trasformo e si trasforma e un po’ vorrei vederlo ora per vedere me, che invece ero dentro, sempre più legata, in armonia, sempre più nel movimento rotondo del flusso, dell’onda, che sale ed è serpente e seduce e sinuoso danza e tutto prende nel pieno del corpo e brilla di stelle e batte il ritmo del cuore e si sorprende e con un po’ di timore avanza a svolgere il tempo e la vita e poi cade e tenerezza raccoglie e prende, tutta l’onda e il cuore ringrazia…

    Il corpo nel corpo
    Il corpo si muove e incontra, nel movimento accoglie e respinge, e nell’ascolto, quando il cuore trema, giace il corpo nel corpo, e tutta la terra respira, e l’onda muove la vita, sublima la sua ombra, e potente fiuta l’odore e il battito ancestrale, e sapiente e senza paure fluisce, attraverso di noi, e all’improvviso in ogni gesto legato vedo una qualità, una caratteristica della coppia, la costruzione, la seduzione, la sorpresa, e la pienezza la forza la paura, e la fuggevolezza e il gioco, e la magia e il bisogno e la salvezza, e la potenza e l’armonia e l’amore, di gesti che danno e gesti che prendono, di gesti che chiedono e gridano e cantano, di gesti che danzano, carezzano, ringraziano. E cadono parole, unione, verità, armonia, centro, fuoco, contrappunto, onda, armonia dico, e forse fuoco l’ho inventato, ma forse era pienezza, o intimità, non ho sentito una parola scura, era intimità, quella di essere vista e riconosciuta, dopo tanto tempo.

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  10. oh oh, se non mi sbrigo faccio tardiiiii!!

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  11. Il freddo là fuori pian piano ti piega, curva, poi inizia la danza del chack chack clap snap bum bum chack, il cerchio si apre - si snoda un serpente sinuoso e io non sono abbastanza veloce o forse abbastanza pronta a ripetere abitudini di difficile abbandono e abbandono, senza abbandonarmi mai, quei rami che continuano a fiorire senza più produrre differenze utili a un frutto, mi stacco, distacco? Poi torno.
    Il mare da cui venimmo, l’occhio, il piede, la mano....il troppo e il poco, mani invadenti, mani vibranti, leggere come un battito di ciglia, mani danzanti e chi respinsi? Con chi mi fermai?. Respiri, passi...passi attesi, passi temuti, passi che vanno altrove, ritornano ed il prossimo difetta ad ogni gestione di fiato...è buio qui ma altre mani vedono in questo giorno senza tempo in cui anche le voci si fanno presenze...ho lasciato che una mano si poggiasse dove cresce la vita....mi sono esposta, strano davvero...ora cammino a quattro zampe e il cielo ha consumato tutte le sue lacrime una goccia forse più forte delle altre si spande, si dirama giù per la spina dorsale, fuori piccoli brividi lungo le braccia dentro il mare. Gli sguardi di nuovo si incrociano e i gesti ritrovano il loro nome che non ricordo che non rintraccio e poi ci sei tu che ora sei troppo vicina per vederti davvero ed anche il gesto nonostante sia caldo e pieno mi appare sfocato sarà forse perché sono ancora laggiù? Sono dunque arrivata? Si stende davanti a me profondo e pieno di segreti, vedo sulla superficie una scintilla...è la luce del sole ma non è tutto....la terra che non è più terra ma un cielo che poggia sulla testa e il Cielo che s’è travestito da Terra sembra cosi lontano da quassù, quaggiù? Sei sempre tu eppure non sei più tu, preziosa come un quadro di Picasso...c’è troppo da dire e il tempo a nostra disposizione è scaduto...riproverò in un altro spazio, in un altro tempo...pian piano disfo il filo che hai tessuto per tornare indietro...sono di nuovo sulla Terra ora, forte come non mai- IA HA!!!! Il cerchio si chiude - Calore...e la bellezza mi ripeto sempre non ha punti di riferimento!

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  12. La forza della terra, l'impeto del fuoco e la forma dell'acqua, Paola e Tiziana. Mi riconducete a questi elementi nei vostri scritti, nelle vostre emozioni.
    E cadono parole, unione, verità, armonia, centro, fuoco, contrappunto, onda, armonia dico, e forse fuoco l’ho inventato....
    ...il cielo ha consumato tutte le sue lacrime una goccia forse più forte delle altre si spande, si dirama giù per la spina dorsale, fuori piccoli brividi lungo le braccia dentro il mare.

    Grazie per farci partecipare con parole ed immagini alle emozioni che ci raccontano di voi.

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  13. ...il senso di un movimento nell'estasi di un incontro ravvicinato ...distaccato... il tutto è partecipato..rinnovato ....
    Mi raccolgo ...raggomitolato come un ghiro assonnato ...intorpidito e avvizzito...per poi aprirmi, attraverso un leggiadro sfiorar di dita , ad un espandersi di rigurgiti animci da dentro a fuori ...dell’amore legato,soprattutto ispirato .. corpo fisico.. forma di amore .. pulsioni,istinti, sorgono come impulsi primari direttamente dal corpo fisico...un istinto primordiale ...dove riesco a toccare anche il corpo eterico.Slanci improvvisi ..condivisi..conseguenti crisi e inevitabili rotture aprono il mio essere come un un uovo senza guscio...nudo .Armonia tra due corpi e due anime...in un unico meccanismo che pulsa sangue esistenziale,vitale..lasciandolo esprimere secondo le proprie necessità.Sono rivolto continuamente per dare o ricevere all'altra persona, dimenticandomi di me stesso accetando tutto su me stesso.Esiste ancora la possibilità di incontrarsi nuovamente su un medesimo piano...avviamo un dialogo veritiero, aperto..non più l'uno nell’altro .. l'uno lontano dall'altro..ma uno accanto all'altro in comprensione e ascolto reciproco...

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  14. Siamo una coppia molto antica, avevamo spazio e soli primitivi dipinti sulla carne e avevamo frecce per catturare desideri e acqua per lasciar scivolare via...avevamo tempo per accogliere e tempo per espellere...dum dum dam da dum dum dam da...aeia aeia aeia io...crudi come la scienza al primo giorno eravamo nudi, siamo una coppia molto antica, uno di fronte all’altra, lontani eppure vicini...lo sguardo del guerriero in una portatrice d’acqua, lo spazio del cuore nel sorriso del guerriero...ognuno parla la sua lingua e nessuno ascolta....forse è meglio non pensare, prendere la rincorsa, mirare e lanciare...sentire il silenzio, l’energia, la Vita!
    Eravamo una coppia molto antica....siamo ormai trasformati...ci sono un primo, un secondo, un terzo, un quarto...abbiamo scelto di essere guerrieri portatori d’acqua, abbiamo voluto tutto! un po’ per caso e un po’ per necessità....e un po’ per caso e un po’ per necessità avviene l’incontro, lento come il formarsi goccia a goccia di una macchia di colore che s’allarga...siamo una tribù...corpo e pensiero si accostano, l’uno all’altra simili e diversi per colpire o carezzare, nutrire o accudire nella linea di confine tra acqua e terra, ombra e luce dove è possibile ritrovarsi e lambire un essere di soglia...

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  15. Tizana...generosa nel tuo dare, accorta nel tuo prendere. Dal silenzio di ieri, alla condivisione di oggi...corpo e pensiero si accostano sulla linea di confine dove poter scegliere se entrare o uscire o semplicemente attraversare...

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  16. E’ difficile a volte commentare a caldo quando emozioni, sensazioni affollano corpo e pensieri… aggiunta a un buon pizzico di timidezza…
    Poi con il lungo tragitto in metro verso casa si fa ordine e nei giorni successivi si continua…

    Questi primi appunti sono riferiti allo scorso incontro, ma non ho fatto in tempo a scriverli prima di lunedì… li voglio comunque condividere anche se in ritardo…

    PIACERE è la parola d’ordine della settimana. PIACERE è camminare nello spazio e incontrare due occhi… battere le mani insieme. Chi saranno i prossimi? Nuovo incontro, nuovo battito… nuovo sguardo… PIACERE di non aver più paura di guardare negli occhi… PIACERE di stringere e giocare con mani sconosciute. PIACERE di guidare l’altro, prendersene cura, ma anche di lasciarsi guidare, di affidarsi con fiducia senza voler sempre controllare ogni cosa. PIACERE di vedere il corpo dell’altro reagire al proprio tocco. PIACERE di sentire il proprio corpo reagire al tocco dell’altro. PIACERE è muoversi sotto lo sguardo dell’altro e non sentirsi in imbarazzo, imbranati, goffi…

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  17. Fernando...a volte il dare è anche un prendere...così come l'entrata può essere anche l'uscita e l'uscita un nuovo ingresso...il passo è breve quando si è creature di passaggio...io posso solo scegliere di vivere bene dove sono ora e in questo momento.

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  18. Torno a casa cantando, torno a casa cercando gesti e suoni, cerco il ritmo che ho perso e mi ha fatto sentire perduta, il ritmo che disuniva, e più forte era l’acqua della roccia, più forte la morbidezza, più forte il gesto sicuro, il suono deciso.
    Dall’acqua ritorno, nella danza sinuosa che ti trasforma, e tutto dilaga nei tuoi occhi grandi, che diventano notte e mare, dall’acqua ritorno, rinasco, sguu sciap sguu sciap e prendo piano, e lancio via lontano, e prendo piano sguu, e lancio via lontano, sciap!
    E il ritmo ritorna, anche quello guerriero, e sono ancora quattro tempi, e dov’erano finiti, perché allungati dilatati, ed è di nuovo paura e difesa ed energia, bum bum shaa da! Bum bum un pugno poi l’altro shaa incrocio la vita da! attacco. Nuda, scoperta, attacco. Bisogna mostrarsi, per vincere la preda. Il guerriero si rivela prima. E nulla nasconde di sé alla natura che lo aspetta.
    Com’è stato difficile tornare nel ritmo, e com’era potente e fluida l’acqua, quanta energia, quanta direzione, fluttuando fra le onde, tute le acque tornano al amare. Scrosciando, saltando, e noi silenziosi, camminiamo nella foresta, seguendo orme, cancellando tracce, camminiamo piano, e la foresta si fa più cupa e selvatica, e il cielo più scuro, e tutto avvolge una notte tribale, che c’era il fuoco e ancora bruciano le fiamme spente.
    E sul ricordo di mani che seminano e mani che raccolgono, di gesti che avanzano e gesti che tornano, i corpi come tamburi risuonano memorie e veloce cade una pioggia di scintille e parole, ritmo, energia, passo indietro, fuoco, tribù, selvaggio, storia, non l’ho detto, sacro, non l’ho detto, sono pesanti le parole e mi restano invischiate dentro, eppure vagano libere, solo non trovano, la forza la strada, forza, morbidezza, ho detto sacro, ho detto fuoco, zampillano nella notte scura.

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  19. Lampi
    Gli occhi di T, selvatici, che ti cadono dentro.
    Il sostegno di S, che continua la sua danza, e così mi trattiene.
    L, si libera e sale come un giunco.
    La danza flessuosa di C, che l trasforma e seduce, ed è più alta e morbida e magnetica, bellissima, incede elegante e inconsapevole come una dea delle acque profonde e chiare.
    Mi mancano, gli occhi di M.
    Lo sguardo nudo di G.
    Ed io che fuggo gli uomini forse, ma riconosco in M la forza e la paura, di un maschile oltre, che mi assomiglia.
    Solidità, dice Fernando.
    La storia notturna di P, che concede il suo spazio.
    L che riallaccia cammini e mi ride accanto.
    L, che trema e sorride e giocando si rivela.
    P che esulta quando lui la sceglie, o quando lei lo trova?
    A, che resta acqua, quanto è difficile andare di là.
    P, piccola p, così spaurita quando ti perdi che vorresti sparire, ma resti e stai e nella confusione sei più guerriero che mai.
    Ma un cacciatore è un guerriero?
    Ed io guerriero, io cacciatore, è il mio nome in fondo, la decisione la potenza la lucidità, tutto scintilla e quanta selvaggia bellezza quando tutto si ferma e sento l’energia che sale e si concentra e l’arco teso la freccia appena scoccata un passo avanti. Sto un passo avanti e solo quella preda, il nutrimento l’amore, mi ha portato qui, un piccolo passo avanti. Deciso. Nella mia direzione.
    È bello stare qui, tutto ritorna in ordine, nel mio cuore.

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  20. d'un fiore che germoglia e vive innanzi ad altro fiore, morbidi, mossi dalla luce del sole e dal vento, e lacrime grate, della pioggia, dei petali d'altri fiori e i freschi sorrisi, è sudore di corpo che s'agita mosso da un sospiro, sospeso è il cuore mio pieno di gioia e d'incanto ed ancora il vento che poggia graziosa farfalla sulla mia mano.

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  21. Ultimo incontro, il nostro ultimo incontro... credevo e invece....sorpresa! La mano sinistra sul petto la destra sotto l’ombelico, la destra all’ombelico e la sinistra sul sacro....come questo spazio, sacro, che si dilata e si restringe, si espande e si contrae lo spazio e il tempo di un respiro...l’aria che entra e l’aria che esce, che entra e che esce è una danza che ti ricalca dentro, mi sento in pace mentre danzo e sento che tutto danza insieme a me...tutto è perfetto così com’è...nè troppo vicino né troppo lontano...vorrei fermare quest’istante ora....mi muovo lentamente, voglio assaporare quest’attimo...sempre più piano fin quasi a fermarmi e a fermare il tempo...sento il battito del cuore, il ritmo nel ritmo...le giunture si disgiungono...sento una goccia di sudore lungo il collo la seguo con il corpo per vedere dove arriverà....mi sento poi ti guardo....è bello trovarsi qui in questa bolla magica dove tutto è calma apparente, dove ho il tempo di sperimentare nuove possibilità....esco e ti vengo a cercare...accelero il ritmo e ti ritrovo a testa in giù con il sorriso innocente di una bambina che non avevo mai notato prima e sono felice di questa scoperta, fermo immagine e ad un interruttore per tornare a saper osservare questo sorriso nuovo degli occhi al primo giorno.. Mi siedo e guardo... uno di quei film muti in bianco e nero....ho invertito la sequenza ma non importa...sto attenta perché si tratta di un’unica visione non si replica, una musica bianca e deliziosa ci avvolge...la storia non la ricordo, non le ricordo mai, sono attratta dai particolari....c’è chi prende e c’è chi da....chi si spande dentro per riprendersi quello spazio che non ha fuori e chi prende spazio fuori perché non ne ha più dentro...sento tutta la tenerezza in una danza dal titolo: Charlot e l’Angelo armato....saluti....chissà perché mi metto sempre in curva....nascosto il battito d’ali nasconde una forma che cambia....le dita si sfiorano come nella creazione di Adamo...POSSIBILITA’

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  22. Un grazie speciale a tutti voi che avete animato questo ciclo con i vostri corpi, le vostre emozioni, la vostra spiritualità.
    Avete lasciato che le vostre vite si siano incontrate, raccontate, separate, avete lasciato che qualcuno si avvicinasse, vi toccasse con rispetto e con rispetto avete ricambiato. Avete incontrato parti di voi magari nuove oppure conosciute, le avete viste, riconossciute e magari accettate o trasformate.
    Avete fatto in modo di incontrare gli altri ed avete trovato voi stessi.
    Buona cammino e buona danza

    Fernando

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  23. Un grazie affettuoso a te Fernando e a tutti voi! E' stato bello ed emozionante scoprire che il proprio corpo può essere diverso da come lo si è sempre visto/percepito: rigido, sgraziato, non interessante, non seducente... Certo c'è ancora tantissimo da fare... E' stato magico scoprire energia/gioco e leggerezza che si fondono insieme... Freccia e acqua: due gesti che s'integrano. C'è determinazione e forza in entrambe pur nella loro diversità e complementarietà... Uomo e Donna si fondono in entrambi i gesti. Risvegliare la capacità di integrare i gesti, di essere freccia e acqua in tempi alternati, di mettersi in gioco in ruoli diversi pur imanendo se stessi... Fare insieme... Abbandonare il proprio gesto per fare quello dell'altro e crearne così uno nuovo insieme, più forte... Onda che passa da una all'altra in un gioco di sintonia, di seduzione, di ascolto dell'altro, di abbandonarsi fiducioso all'altro. Com'è dificcile abbandonarsi all'altro, ma quando lo si fa che gioia, libertà, serenità... Difficoltà a tirare fuori i suoni, per poi scoprire il piacere di ascoltare la propria voce e poi la propria voce che si fonde con quella degli altri... Giocare con un oggetto che rende ancora più unita, giocosa la coppia che impara nuovi spazi, nuove possibilità... GRAZIE!!!!

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