Questo blog vuole essere un luogo di condivisione aperto a tutti coloro che guardano alla vita come luogo di incontro fatto di piccole e grandi emozioni, a chi ha capacità di commuoversi, gioire, soffrire, a chi si sente in cammino su percorso di crescita che porti ogni uomo e donna ad incontrare la vita.

mercoledì 24 febbraio 2010


“…è nell’incontro di corpi che la debolezza e la vulnerabilità diventano handicap. Ma questa ferita trova ancora in un incontro(di fraternità e cura) la possibilità di reggere la dipendenza e attraversarne la debolezza. La parola si rinsecchisce quando i segni non riescono a dare i significati condivisi, restano i corpi ad indicare altro.
Ci sono dei luoghi che più di altri chiedono ascolto, dove la parola fatica ad esprimere ciò che ascolta dalla vita e la vita rischia di essere abbandonata nel suo provare a trovare significato nell’attesa. Ci sono luoghi in cui tutto questo viene provato fino in fondo, nella disabilità e nel forte impaccio del corpo le parole non si articolano, Allora hanno la grande occasione di provare, forse di nuovo, a sentire quel silenzio della vita dal quale una parola capace di accogliere i vissuti deve continuamente tornare a nascere. Ma le nostre parole vogliono spiegare, prendere, segnare, emancipare,…Disimpariamo presto ad essere parole ciotola, in cui raccogliere la vita per come si dà. Forse solo nel corpo che non regge, nella passività, nei luoghi che costruiamo per ospitare le esperienze dell’umano fragile, dell’umano vulnerabile,..lì forse è possibile re-imparare l’ascolto del silenzio e del gesto di un corpo a corpo che serbi dignità, rispetto, fiducia…Il corpo fragile e segnato chiama il nostro sguardo, nello sguardo siamo capaci di far diventare guardare il vedere, allora lo sguardo è segno della capacità delle donne e degli uomini di cogliere accogliendo. Mentre quando osservi avanzi e definisci, quando guardi nello stupore e nell’essere chiamato al rispetto del mistero, è come se avanzasi indietreggiando..”
Ivo Lizzola

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